Santa Maria La Fossa (CE) - Un gruppo di circa venti studenti provenienti dalle classi 12e e 11e del Liceo Francese di Berlino si è recato in visita sui beni confiscati amministrati da Agrorinasce, accompagnati dal Professore di Economia Sebastien Illiano. A fargli da guida sui beni confiscati Giovanni Allucci Amministratore Delegato di Agrorinasce.
Gli studenti hanno innanzitutto visitato il “Centro di educazione e documentazione ambientale” di Santa Maria La Fossa intitolato a Pio La Torre, che da masseria appartenuta a Francesco Schiavone Sandokan è diventata sede degli uffici operativi di Agrorinasce, ospita un impianto biogas per l’abbattimento dei nitrati, un vivaio didattico, una serra di coltivazione di cardoncello gestita dalla cooperativa sociale “Terra Felix”.
Giovanni Allucci Amministratore Delegato Agrorinasce ha illustrato agli studenti, con l’aiuto del prof. Illiano di origini italiane, il lavoro svolto in ventisei anni di attività della società, in particolare nell’opera di trasformazione di beni confiscati assegnati ai Comuni, anche vandalizzati e bruciati, e poi diventati modelli di sviluppo socio-economico e culturale per il territorio locale, regionale e nazionale, grazie appunto al lavoro di Agrorinasce e dei soggetti gestori, sia essi pubblici o anche privati.
Le riflessioni sul tema delle confische e della criminalità organizzata è stata estesa anche sul piano europeo, grazie alla recente direttiva europea che consentirà un’armonizzazione delle normative dei 27 Paesi europei sul tema delle confische.
“Per noi è un onore far conoscere alle nuove generazioni europee il lavoro di recupero e di valorizzazione che effettuiamo con Agrorinasce sui beni confiscati - spiega Giovanni Allucci Amministratore Delegato Agrorinasce – non solo per mostrare il modello italiano di repressione e di prevenzione anche attraverso il recupero dei beni confiscati, ma anche per far comprendere che il tema non è solo italiano, ma anche europeo e mondiale. Gli scambi interculturali ci aiutano ad agire in maniera sinergica sul tema, tanto più in virtù della recente direttiva UE 2024/1260 riguardante il recupero e la confisca dei beni”.
A seguire, il gruppo si è spostato a Casal di Principe presso la “Villa Liberazione” confiscata a Walter Schiavone e attuale Centro di Salute Mentale gestito dall’ASL.
L’Unità operativa di Salute Mentale di Casal di Principe è una struttura territoriale che copre un territorio di circa 120.000 abitanti e 10 Comuni. L’Unità di Salute Mentale si occupa di gravi disturbi psichici e psichiatrici, fornisce sia trattamenti ambulatoriali che domiciliari, ha rapporti istituzionali sia con il Servizio per le dipendenze per quanto riguarda la doppia diagnosi, sia per la geriatria che psicogeriatria, sia con gli ospedali, sia con tutti i disturbi dello spettro autistico che soprattutto in questa zona hanno una incidenza elevatissima. Oltre al Centro di Salute Mentale, l’Unità Operativa di Salute Mentale di Casal di Principe ha anche un Centro Diurno Abilitativo, un vero e proprio “clubhouse”, cioè un centro diurno con attività laboratoriali e una serra integrata e coltivata che permette una frequentazione assidua dei pazienti e una più efficace riabilitazione.
La giornata si è conclusa con il pranzo presso la “Nuova Cucina Organizzata”, ristorante che sorge in un bene confiscato a Casal di Principe e che consente l’inclusione lavorativa di soggetti fragili gestita dalla cooperativa sociale Agropoli. La storia della cooperativa sociale e i progetti in corso sono stati illustrati da Pasquale Corvino.