Aggiornato il 6 ottobre 2025 alle 10:48
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Un portale per il monitoraggio territoriale sui beni confiscati alla criminalità organizzata
Dall'America Latina all'Agro Aversano: visita internazionale ad Agrorinasce per studiare il riutilizzo dei beni confiscati
6 ottobre 2025

Santa Maria La Fossa (CE) – Una delegazione proveniente da Brasile, Colombia e Uruguay supportata da esperti europei provenienti da Francia, Spagna e Italia, si è recata in visita ad Agrorinasce il 3 ottobre 2025. L'obiettivo è studiare e rafforzare le esperienze nel riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, in particolare quelle messe in campo da Agrorinasce s.c.r.l., l’Agenzia pubblica per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio.

L'iniziativa si inserisce nel contesto dei progetti di cooperazione internazionale come COPOLAD III ed EL PACCTO 2.0, promossi anche dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e dall'Istituto Italo-Latino Americano (IILA), e mira a condividere il "modello Italia" di trasformazione dei beni sottratti alla camorra in motori di sviluppo sociale ed economico.

La giornata è iniziata alle 13:00 presso il Centro Don Milani - Nuova Cucina Organizzata di Casal di Principe, un bene destinato al riutilizzo sociale. Ad accogliere la delegazione c'erano Giovanni Allucci, Amministratore Delegato di Agrorinasce, e Pasquale Corvino, responsabile della cooperativa sociale Agropoli Onlus, che gestisce il progetto.

Dopo il pranzo, i rappresentanti internazionali si sono recati a Santa Maria La Fossa, presso il Centro di Educazione e Documentazione Ambientale “Pio La Torre”, sede operativa di Agrorinasce. La delegazione è stata accolta dalla Presidente di Agrorinasce (già Procuratore del Tribunale di Napoli Nord) Maria Antonietta Troncone, dall'Amministratore Delegato Giovanni Allucci e dal responsabile della cooperativa sociale Terra Felix Francesco Pascale.

“Attualmente con Agrorinasce gestiamo circa 160 beni confiscati, alcuni direttamente, altri tramite 65 soggetti gestori – così ha spiegato AllucciObiettivo di Agrorinasce è dare nuova vita ai beni confiscati, creare le condizioni affinché il progetto abbia successo”. I rappresentanti hanno potuto vedere tramite slides degli esempi di beni confiscati, il prima (quando arrivano alla società consortile dopo la confisca) e il dopo (come diventano dopo il lavoro di riqualificazione), nonché i meccanismi tecnici che in Italia, anche a livello procedurale, rendono possibile questo riutilizzo e trasformazione.

E’ molto importante la vostra presenza, speriamo di dare un contributo nelle vostre esperienze – così Maria Antonietta Troncone Presidente di Agrorinasce – Credo che la congiunzione tra l’attività giudiziaria (che ho precedentemente svolto) e il ruolo che da pochi mesi ricopro in Agrorinasce, sia molto stretta, perché il lavoro di riqualificazione in Agrorinasce è il seguito dell’attività giudiziaria. Nella lotta alla camora è sempre più importante il contrasto di tipo patrimoniale. Lasciare un bene confiscato abbandonato, vandalizzato o rioccupato dai mafiosi, vuol dire che lo Stato non è riuscito a riaffermare la legalità. In questo senso è fondamentale lo scopo di Agrorinasce, riconosciuto anche dalla Regione Campania che nel 2021 è entrata come socia alla pari degli altri comuni nel consorzio. Con il bene confiscato rivalorizzato si dà una risposta, anche in termini di servizi alla cittadinanza e al territorio. La destinazione risponde a finalità sociali, finalità istituzionali, finalità produttive (di cui La Balzana ne è un esempio), finalità ambientali. Sono esperienze importanti nell’affermazione sul territorio della legalità e della presenza dello Stato”.

Quando il già Procuratore Troncone parla di riscatto, diventa un giudizio sull’utilità dei beni confiscatiGiovanni Russo Consigliere giuridico MAECI - Co-Coordinatore del Progetto COPOLAD III – Il fatto che abbia accettato di presiedere Agrorinasce è motivo di orgoglio, così come i cinque comuni che hanno dato vita al consorzio. Si tratta di Comuni in passato gravemente condizionati e infiltrati dalla criminalità organizzata, aver scelto di porsi dalla parte dello Stato e della legalità è motivo di orgoglio e vanto, nonché traino e modello per la popolazione”.

È qui che i rappresentanti di Agrorinasce hanno illustrato in dettaglio le attività e le metodologie che hanno permesso di trasformare i beni confiscati in progetti agricoli, educativi, di inclusione e di sviluppo sociale ed economico per il territorio. A seguire, la visita nella serra di produzione dei funghi, gestito dalla cooperativa Terra Felix “Questo è un esempio di imprenditoria sociale sostenibile su beni confiscati” ha dichiarato il Presidente Francesco Pascale.

La giornata si è conclusa con una significativa visita a “La Balzana”, accompagnati anche dal Sindaco di Santa Maria La Fossa Nicolino Federico. Si tratta del bene confiscato alla camorra più grande d'Italia, gestito da Agrorinasce che si occupa della sua riqualificazione trasformandolo in un Parco Agroalimentare dei Prodotti Tipici della Regione Campania. "La Balzana" rappresenta una sfida ambiziosa per le istituzioni, per Agrorinasce, per la società civile, impegnate nel completare il percorso di recupero di questo immenso patrimonio.

La missione ha visto la partecipazione di alti rappresentanti dei tre Paesi Sudamericani: tra i rappresentanti brasiliani João Carlos Laboissière Ambrósio del Ministero della Giustizia e Sicurezza Pubblica e José Airton Vasconcelos de Araújo di SENAD. La Colombia era rappresentata da Olga Lucia Claros Osorio, Viceministra di Politica Criminale e Giustizia Restaurativa, e da Andrés Felipe Salazar Charry della SAE (Società di Attivi Speciali). Presente anche Claudia Graziella Lavechia Gonzalez per il Fondo di Beni Decomissati dell'Uruguay.

Il fronte della cooperazione internazionale era presente con esperti come Daniel Francisco (EL PACCTO 2.0), Stefano Cavanna e Alessio Costagliola (Short-term expert COPOLAD), e i rappresentanti IILA-MAECI come Giovanni Russo (Consigliere giuridico MAECI - Co-Coordinatore del Progetto COPOLAD III) e Giovanni Tartaglia Polcini, Deputy Director del programma EL PACCTO 2.0. La presenza di specialisti come Javier Andrés Florez Henao (Colombia) e Thales Cassiano Silva (Brasile), consulenti COPOLAD e il Prof. Giacomo Di Gennaro (Professore di Sociologia giuridica, della devianza e del mutamento sociale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II) ha sottolineato l'importanza di trasferire queste esperienze nel contesto internazionale.

Scritto da Monit Agrorinasce