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Complesso agricolo costituito da circa 31 terreni agricoli per un totale di 200 ettari di estensione, 20 abitazioni coloniche e 10 edifici rurali (capannoni e stalle)
Complesso agricolo ‘La Balzana’
Progetto di recupero ad uso sociale di un bene confiscato a Schiavone Francesco Sandokan e Francesco Bidognetti, Cicciott’ e Mezzanotte, Complesso agricolo denominato ‘La Balzana’di S. Maria La Fossa, sito in località La Balzna, Starada Provinciale
23 luglio 2020

Si tratta di un complesso agricolo confiscato per 2/3 in quota ideale nell’ambito del processo cd.‘Spartacus’ a Francesco Schiavone, Sandokan, e Francesco Bidognetti, Cicciott’ e Mezzanotte, ritenuti i capi del clan camorristico di Casal di Principe. La residua parte è stata confiscata definitivamente agli eredi di ‘Dante Passarelli’, fittizio intestatario del complesso agricolo attraverso la società IPAM srl, lo scorso mese di maggio 2017.

Il complesso agricolo denominato “La Balzana” sito in Santa Maria La Fossa, è costituito da circa 31 terreni agricoli per un totale di 200 ettari di estensione, 20 abitazioni coloniche e 10 edifici rurali (capannoni e stalle).

L’obiettivo di Agrorinasce e del Comune di S. Maria La Fossa è quello di valorizzare l’intera struttura per finalità agroalimentare con il recupero di tutte le infrastrutture e i terreni agricoli.

I luoghi, dopo oltre 10 anni di processi, versano in condizioni assai precarie e saranno necessari ingenti finanziamenti per l’investimento di soggetti pubblici e privati.

Ad una prima valutazione occorrerebbero solo per il completo recupero dei beni immobili e dell’area, con relativi sottoservizi (strade, piazzale, rete fognaria, rete idrica, pubblica illuminazione, impianti di telecomunicazione ecc..), circa 15/20 milioni di euro di finanziamenti.

Nell’attesa che l’Agenzia Nazionale concluda la fase di assegnazione definitiva per consentire l’assegnazione definitiva dell’area, Agrorinasce ha effettuato le seguenti operazioni preliminari:

-          un primo studio dell’area in collaborazione con il Dipartimento di Architettura della Federico II° nell’ambito del progetto culturale ‘Dal Degrado alla Bellezza’;

-          l’analisi delle falde acquifere dell’intero complesso agricolo, al fine di verificare le possibilità di riutilizzo delle acque a fini agricoli, effettuata in collaborazione con la Regione                  Campania – Assessorato all’Agricoltura e l’ARPA Campania;

-          l’analisi dei terreni, sempre per una prima verifica dello stato dei luoghi dopo anni di  abbandono dell’area, in collaborazione con il CIRAM – Centro di Ricerche                             Interdipartimentale in materia ambientale della Federico II.

-          Nel mese di agosto 2016 Agrorinasce e il Comune di S. Maria La Fossa hanno indetto una manifestazione di interesse pubblica per la pulizia e lo sfalcio dei terreni agricoli al fine di prevenire incendi e la rigenerazione dei terreni agricoli dopo anni di abbandono.

Al bando pubblico hanno partecipato 21 agricoltori/allevatori che operano nel territorio di S. Maria La Fossa. A ciascuno di loro Agrorinasce ha assegnato quota parte dei 200 ettari disponibili con un contratto simbolico di euro 100,00 al netto di IVA per sei mesi che Agrorinasce ha destinato alla valorizzazione dell’area medesima in particolare per il frazionamento dell’area, la segnaletica e una prima festa pubblica.

Agrorinasce ha, inoltre, avviato e concluso il primo studio di fattibilità tecnico economico per il recupero e la valorizzazione dell’intero complesso agricolo che prevede il recupero di tutte le volumetrie esistenti e la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria allo stato inesistenti. 

Per meglio comprendere l’importanza agricola del complesso agricolo denominato ‘La Balzana’ occorre ricordarne sia pur brevemente la storia.

L'azienda nasce negli anni 30 e 40, acquistata dalla società Cirio, presidente Paolo Signorini.

‘La Balzana’ presentava la peculiarità di essere una azienda con abitazione per i propri dipendenti. Le abitazioni circostanti l'azienda erano 20 mentre all'interno vi erano due abitazioni per il direttore ed il vicedirettore. Ogni abitazione era goduta gratuitamente dai dipendenti ed era composta da 5 vani ed un bagno, oltre ad avere il pollaio, un porcile, ed un forno per il pane. In quegli anni l'intera attività produttiva, dalla lavorazione dei campi alla cura e mungitura degli animali, era realizzata a mano. I prodotti dei campi erano trasportati in azienda con carri trainati da cavalli, la fecondazione degli animali veniva effettuata da veterinari dell’azienda che avevano in considerazione il miglioramento genetico e la quantità di produzione di latte. Negli anni 60' l’azienda aveva raggiunto l'apice della propria attività con circa 80 dipendenti fissi e oltre 800 dipendenti stagionali. Proprio negli anni ‘60 si procedeva ad un’ampia trasformazione lavorativa attraverso la meccanizzazione di tutte le fasi lavorative del terreno, l'impianto di mungitura, passando dalla stabulazione fissa del bestiame alla stabulazione libera con un aumento di mille capi di bestiame. L'azienda, essendo cresciuta nella sua popolazione, realizzò al proprio interno la scuola elementare, (una classe con un’unica insegnante per tutte le classi elementari) e la chiesa. A tutti i dipendenti era distribuito giornalmente e gratuitamente un litro di latte.

In seguito l’azienda fu acquistata dalla S.M.E., azienda a partecipazione statale, che faceva parte del gruppo I.R.I. Con la privatizzazione della SME, l'azienda fu venduta a privati, liberando la struttura di tutti gli animali esistenti; ancora successivamente venduta alla IPAM dei fratelli Passarelli, prestanomi della famiglia Schiavone.

L’obiettivo di Agrorinasce e del Comune di S. Maria La Fossa è quello di valorizzare l’intera struttura per finalità agroalimentare con il recupero di tutte le infrastrutture e i terreni agricoli.

I luoghi, dopo oltre 10 anni di processi, versano in condizioni assai precarie e saranno necessari ingenti finanziamenti per l’investimento di soggetti pubblici e privati.

Ad una prima valutazione occorrerebbero solo per il completo recupero dei beni immobili e dell’area, con relativi sottoservizi (strade, piazzale, rete fognaria, rete idrica, pubblica illuminazione, impianti di telecomunicazione ecc..), circa 30 milioni di euro di finanziamenti.

Nell’attesa che l’Agenzia Nazionale concludesse la fase di assegnazione definitiva dell’intero complesso al Comune di S. Maria La Fossa, Agrorinasce, d’intesa con la stessa Amministrazione Comunale, ha effettuato le seguenti operazioni preliminari:

-          un primo studio dell’area in collaborazione con il Dipartimento di Architettura della Federico II° nell’ambito del progetto culturale ‘Dal Degrado alla Bellezza’;

-          l’analisi delle falde acquifere dell’intero complesso agricolo, al fine di verificare le possibilità di riutilizzo delle acque a fini agricoli, effettuata in collaborazione con la Regione Campania – Assessorato all’Agricoltura e l’ARPA Campania;

-          l’analisi dei terreni, sempre per una prima verifica delllo stato dei luoghi dopo anni di  abbandono dell’area, in collaborazione con il CIRAM – Centro di Ricerche Interdipartimentale in materia ambientale della Federico II.

-          Nel mese di agosto 2016 Agrorinasce e il Comune di S. Maria La Fossa hanno indetto una manifestazione di interesse pubblica per la pulizia e lo sfalcio dei terreni agricoli al fine di prevenire incendi e la rigenerazione dei terreni agricoli dopo anni di abbandono.

Al bando pubblico hanno partecipato 21 agricoltori/allevatori che operano nel territorio di S. Maria La Fossa. A ciascuno di loro Agrorinasce ha assegnato in via provvisoria quota parte dei 200 ettari disponibili con un contratto simbolico di euro 100,00 al netto di IVA per sei mesi che Agrorinasce ha destinato alla valorizzazione dell’area medesima in particolare per il frazionamento dell’area, la segnaletica e una prima festa pubblica.

Agrorinasce ha, inoltre, avviato e concluso il primo studio di fattibilità tecnico economico per il recupero e la valorizzazione dell’intero complesso agricolo che prevede il recupero di tutte le volumetrie esistenti e la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria allo stato inesistenti. 

Il progetto si propone di realizzare un parco agroalimentare dei prodotti tipici della Regione Campania, con accoglienza/residenza, didattica, formazione specializzata, produzione e vendita di prodotti alimentari, turismo rurale. In sostanza, l’idea è di concentrare in un unico luogo la coltivazione di grano, pomodoro, ortaggi vari, frutta e altri prodotti agricoli tipici, gli allevamenti bufalini e di altri animali, la loro trasformazione in pane, pasta, conserve, mozzarella di bufala campana, carni e salumi, vini e liquori (in gran parte IGT e DOP), e poi prevedere la ristorazione, la pizzeria, l’insediamento di un istituto agrario con annessa azienda agraria per gli studenti, centri di ricerca e di formazione specializzata, residenze per i lavoratori, accoglienza per i turisti.

Un progetto ambizioso che trova utili sinergie con la Fondazione Carditello e la Reggia di Carditello, già in fase di recupero e valorizzazione e distante meno di due chilometri.

Agrorinasce, nell’anno 2019, ha chiesto ed ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, la convocazione di un tavolo istituzionale per l’esame e il finanziamento del progetto. Al primo Tavolo istituzionale promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali a Roma il 6 maggio 2019 sono stati presenti, oltre ad Agrorinasce e al Comune di S. Maria La Fossa, i rappresentanti delle seguenti istituzioni: 1) Presidente del Consiglio dei Ministri, 2) Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega Gioventù e Servizio Civile; 3) Ministero delle politiche alimentari, forestali e del turismo; 4) Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro; 5) Ministero dei Beni Architettonici e Culturali; 6) Ministero per il Sud; 7) Agenzia per la Coesione Territoriale; 8) Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; 9) Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento delle Politiche di Coesione.

Il progetto prevede lavori per un totale di 30 milioni di euro circa.

Al primo Tavolo Istituzionale ne è seguito un secondo che si è tenuto a S. Maria La Fossa, presso il Centro di educazione e documentazione ambientale Pio La Torre, il giorno 9 luglio alla presenza dell’allora Ministro per il SUD on. Barbara Lezzi, con la notizia del finanziamento del primo lotto di euro 15 milioni di euro per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, l’istituto agrario e il centro polifunzionale con fondi FSC. Il finanziamento è stato ottenuto il 24 luglio con delibera CIPE ed è stata pubblicata nel mese di novembre. L’Autorità di Gestione è l’Agenzia per la Coesione Territoriale. Nel corso dell’anno 2019 è stato avviato un nuovo bando per la concessione provvisoria di lotti agricoli per tutti i 200 ettari disponibili destinato a imprese agricole e con finalità economiche. Alla manifestazione di interesse hanno partecipato 38 ditte agricole. Per 35 ditte agricole, in possesso di tutti i requisiti è stato assegnato un lotto agricolo. Sono in corso i lavori di ripristino dell’impianto di irrigazione a cura del Consorzio di Bonifico del basso Volturno. Il ricavato della concessione verrà destinato alla valorizzazione del medesimo progetto della Balzana e dei beni confiscati nel Comune di S. Maria la Fossa.

Scritto da Monit Agrorinasce