Aggiornato il 15 aprile 2024 alle 20:35
|
Un portale per il monitoraggio territoriale sui beni confiscati alla criminalità organizzata
Chi sono le cooperative sociali che hanno contribuito alla Summer School Ucsi?
23 ottobre 2022

La Summer School Ucsi (tenutasi il 14 e 15 ottobre alla Reggia di Carditello) viaggia sulle note della rivalorizzazione dei beni confiscati alle mafie, della legalità, dell’economia sostenibile, fin nei minimi dettagli. Dai temi, ai relatori, agli ospiti, ai catering che hanno gestito le pause per le colazioni, pranzi e la cena della due giorni, tutto ha una storia, un significato, un simbolo.

Nella cornice delle lezioni, a gestire pranzo, cena e coffee break con il contributo di Agrorinasce, sono state Cooperative sociali che grazie ad Agrorinasce hanno avuto in gestione beni confiscati alla camorra, trasformandoli da luoghi dell’illegalità e dell’abbandono in attività produttive all’insegna dell’inclusione sociale per le categorie svantaggiate e sviluppo economico per il territorio.

Dei coffee break, pranzo e cena durante la Summer School Ucsi del 14 e 15 ottobre 2022, se ne sono occupate le Cooperative sociali Davar, La Forza del silenzio e LFS Global Care, Eva Onlus con Casa Lorena.

    LA VITA DELLE VILLE CONFISCATE PRIMA E DOPO

  • Cosa fa la Cooperativa sociale Davar?

Molto più di una semplice produzione artigianale di cioccolato. Davar è una cooperativa sociale che ha scelto di investire su soggetti di cui spesso nessuno parla, nessuno ne intravede le potenzialità, il talento, la creatività. Davar ha realizzato il progetto “Dulcis in fundo”, volto all’inserimento lavorativo di soggetti con grave disabilità fisica e pazienti psichiatrici, che ogni giorno si impegnano per fabbricare cioccolato artigianale di ottima qualità.

Casal di Principe, via de Gasperi, angolo via Giulio Cesare: qui è la loro casa, più che sede lavorativa, nella “Casa delle Associazioni”, una villa confiscata a Maurizio Russo, esponente del clan dei casalesi, uno dei luoghi dell’illegalità e del sopruso che negli anni, grazie alla rivalorizzazione e all’assegnazione di Agrorinasce ha avuto il suo riscatto ospitando il suddetto laboratorio di cioccolateria al pianoterra e uno spazio gratuito dedicato ai seminari e incontri tra associazioni.

In questo contesto, con questa storia, anche il cioccolato diventa più dolce, ha un sapore diverso dagli altri, il sapore del coraggio.

  • Cosa fa LFS Global Care e La Forza del Silenzio?

Casal di Principe, via Bologna: qui, in un passato nemmeno troppo lontano, c’era la casa di Francesco Schiavone, detto Sandokan, capo del clan dei Casalesi. La villa era l’abitazione di famiglia, luogo di progettazione delle sanguinarie azioni del clan camorristico, un unico ingresso dal lato della casa paterna. Dopo la confisca c’è voluto non poco per modificare la destinazione dell’immobile e la divisione delle due unità con ingresso e impianti autonomi, grazie alla sinergia tra Regione Campania, Provveditorato alle OOPP della Campania, Agrorinasce, la Prefettura di Caserta e il Comune di Casal di Principe, all’epoca commissariato.

Febbraio, 2010: a Casal di Principe i familiari di decine di bambini autistici si costituiscono in associazione e creano “La Forza del Silenzio Onlus”. Tramite procedura di evidenza pubblica, hanno avuto in gestione da Agrorinasce la suddetta villa. Tra quelle mura, oggi, lavorano e sono assistiti ragazzi affetti da autismo, che con la forza del silenzio fanno più rumore degli spari e delle barbarie commesse nella precedente vita della villa. Successivamente l’Associazione ‘La Forza del Silenzio ha in gestione una seconda villa confiscata ove nascono i laboratori di pasticceria e rosticceria senza glutine e una serigrafia. Nascono due nuove cooperative sociali che gestiscono le due attività. Ora sono un’importante realtà sociale con circa 80 dipendenti.

Un rumore che diventa melodia, quando negli sguardi soddisfatti dei ragazzi si evince speranza per il futuro.

  • Cosa fa Casa Lorena?

Ascolto” e “accoglienza” non sono parole comprensibili a Dante Apicella, l’ex proprietario della villa confiscata a Casal di Principe, dove oggi opera “Casa Lorena”. Invece, ascolto e accoglienza sono le parole chiave dell’attività attuale della Cooperativa sociale EVA Onlus, che ha reso “Casa Lorena” la casa delle donne vittime di violenza. 

Anche in questo caso la cooperativa sociale EVA Onlus attraverso una procedura pubblica ha avuto in gestione una villa confiscata da Agrorinasce ed insieme hanno costruito un progetto non solo di accoglienza e di rifugio ma anche di inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza. 

Ottenuto un finanziamento dalla Fondazione Vodafone, la struttura è stata inaugurata nel marzo 2012 ed è stata avviata un’attività di catering e produzione artigianale di alimenti con il marchio “Le Ghiottonerie di Casa Lorena”: confetture per dolci, per formaggi, confezioni regalo, tarallini e tanto altro. Il bene confiscato alla camorra è diventato un luogo di accoglienza e sostegno a donne vittime di violenze fisiche, psicologiche, abusi e maltrattamenti. 

Qui ricominciano una vita diversa, qui è attivo anche uno sportello di orientamento che si pone l’obiettivo di dare alle donne del territorio opportunità lavorative attraverso percorsi individuali personalizzati volti all'emancipazione socio-economica.

Scritto da Monit Agrorinasce